Lo Zoo di 105 con Marco Mazzoli Gibba Ivo Avido Helbert Ballerina Maccio Capatonda Alan Caligiuri Pippo Palmieri Dj Spyne

UNO ZOO IN FUGA, la cronaca di un viaggio

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Super Linda
icon10  view post Posted on 12/8/2006, 15:19




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sono partiti per l'america, marco e fabio...
dal blog di mazzoli 12/08/06 a 01:52:

Inizia: "Lo Zoo in fuga"!!!

Siamo appena arrivati a Chicago...

staff: Marco Mazzoli, Fabio Alisei, Lorenzo Cocco (Amm.del.Mv Agusta), Tony Palmieri (Troupe Striscia la notizia), Christian (Amico comune e possessore Mv Agusta).

la notte in un albergo di Chicago, domani mattina ritiriamo un camper con carrello per 4 moto e 4 Mv Agusta "Brutale 910" in comodato d'uso per tutto il viaggio!!

Obiettivo:Raggiungere Los Angeles in 15 giorni non stop!!

Km totali: 5.100

L'avventura è appena iniziata....

p.s. un grazie speciale a "Paolo" di Malpensa...senza di li saremmo ancora in coda per i controlli!! Provate voi a partire il giorno dopo un attentato con 7 telecamere e un pc...impossibile!! Paolo ci ha salvati. Grazie fratello

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Edited by Super Linda - 14/8/2006, 00:41
 
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Super Linda
view post Posted on 12/8/2006, 16:21




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Diario di bordo By Fabio 12/08/06 a 02:13

Route 66-tappa zero

qual è il momento giusto per pescare un jolly? se era destino che in questa mano ce ne toccasse soltanto uno direi che ce lo siamo giocato subito! si chiama Paolo, lavora per una compagnia aerea ungherese. ci arpiona all'ingresso di Malpensa come Sampei con una carpa. dopo gli attentati sventati ieri a Londra dobbiamo avere l'aria di chi non riuscirà mai a partire: code da Pogrom, tre bagagli a mano a cranio contenenti attrezzature vietatissime dalle nuove misure di sicurezza aereoportuali, aria smarrita e assonnata, colazione ancora da fare, abbigliamento da insalata di riso a Fregene. siamo palesemente quelli dello Zoo in fuga!

orecchio siliconato al cordless aziendale, passo da marcia su Roma, Paolo ci fa dribblare le code come Ronaldinho, fare il check-in senza implorare, caricare come bagaglio a mano caschi e telecamere e, non pago, raggiunge il gradino più alto del podio portandoci a fumare ben 2 sigarette all'interno del bunker salutista di Malpensa! Divino! e tutto per la modica cifra di un caffè, tiepido, servito al banco. da Pulitzer!

se non fosse che per l'agenzia di viaggi che ci ha fatto i biglietti il mio nome all'anagrafe risulta Marco e non Fabio, sarebbe quasi una mattinata tranquilla, in discesa come in cima alla seggiovia di Cortina. passaporto e biglietto con nomi diversi. mi spiace signor Borghini, non si parte! urlo, scalcio, impreco, cito Mosconi, mi aggrappo a Paolo come Di Caprio ai pezzi dell'iceberg prima di andare a fondo... non c'è altra soluzione: estraggo la carta di credito e ripago tutto il viaggio di tasca mia. il fantomatico Marco Borghini resta a terra. parto io, cazzo! e la faccia riprende colore...

Due posti in economy, due posti in business. i nostri "ospiti" viaggiano comodi, bastardi... Lorenzo ci porta il menù sborone alla fila 26, tanto per non girare il dito nella piaga. Tony fagocita il pasto altolocato come un acaro, lo innaffia con 7 bicchieri di rosso alitalia e 2 grappe, poi si imbozzola come un baco da seta, giusto il tempo di scroccargli una grappetta anche per me. lo rivedremo a Chicago, in lotta, come noi, contro i morsi della nicotina e del condensato. Io e Marco viaggiamo in kindergarden, attorniati da bambine così giovani e carine da sembrare bambole gonfiabili per pedofili. Rompono il cazzo a tratti, il film a cartoni animati le placa per un po'. il resto lo fa il mio fiato di alcool e l'I-POD di Marco a palla.

Posiamo le chiappe su Chicago nel primo pomeriggio e dopo solo un'ora e mezza di controlli (manca solo il pap test!) riusciamo a posare le labbra su una Marlboro rossa, anzi due, anzi tre... traffico di piedi e valige. Marco ne ha più di Paris Hilton e pesano come Obelix. come lasciare a casa il phon?

L'autista dello shuttle per l'Hilton Garden Inn ci saluta al grido di "teste di cazzo!", probabilmente il top del suoi dizionario pakistano/inglese/italiano turistico. rispondiamo con un coro di vaffanculo e nasce subito una certa amicizia...

L'Hotel è immenso, Chicago è immensa, l'America è immensa, e noi stiamo per tagliarla a metà come un paio di forbici sulla carta da regalo.

a più tardi




Edited by Super Linda - 13/8/2006, 15:55
 
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Christie_Road
view post Posted on 12/8/2006, 17:11




ahahah
 
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Super Linda
view post Posted on 12/8/2006, 17:18




a fabio gli sarà venuto un male
quando ha dovuto pagare il viaggio di spese proprie...
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Super Linda
view post Posted on 13/8/2006, 14:54




13/08/06 a 08:38

Route 66-Giorno 1

Chicago
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Ci siamo totalmente innamorati di Chicago e abbiamo deciso di prolungare il nostro soggiorno di 24 ore!!

Ho vissuto 13 anni a Los Angeles e ne sono pazzo, ma dopo aver vissuto 48 ore a Chicago inizio a provare un pizzico di amore anche per questa metropoli:

Avete presente un set cinematografico?? Chicago è talmente pulita, la gente è così codiale da farci credere di essere all'interno del "Truman Show"!!

Non ci sono scritte sui muri, non trovi mozziconi di sigaretta per le strade e ogni persona che incontri ti saluta e ti chiede come te la passi...

Oggi doveva essere il girorno della grande partenza, abbiamo passato mezza mattinata a ritirare il camper e le 4 Mv Agusta "Brutale" che ci hanno spedito da Philadelphia dalla sede della Mv USA.

Durante l'assemblaggio di telecamere, borse, ecc. Abbiamo incontrato 2 ragazzi (possessori di Brutale) che ci hanno reglato un carrello per le moto da attaccare al camper e hanno deciso di farci girare tutta Chicago in moto (locali, ristoranti, ecc.) ed infine ci hanno invitato a cena a casa loro.


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Diario di Bordo by Fabio Alisei

Descrivere la giornata di oggi è un'impresa praticamente impossibile, soprattutto a quest'ora, modificato da birra, sole, miglia di asfalto ed imprevisti vari.

il 12 agosto inizia con un cielo smisurato e bluissimo, uova, pancetta, succo d'arancia ed altri ovvi stereotipi made in USA.

Cristian è in volo verso Atlanta, il mio planning dice 491 dritte dritte fino a Saint Louis, per lasciarsi alle spalle l'inutilità dell'Illinois. l'agenda è articolata ma consequenziale. step 1: tutti a Villa Park a ritirare le 4 MV AGUSTA BRUTALE, rigorosamente rosse. step 2: Marco e Lorenzo sbrigano le formalità camper e trailer mentre io e Tony montiamo le microcamere sulle moto. e invece...

la prima sorpresa del giorno si chiama Carl. arriva a bordo di una Brutale personalizzatissima insieme alla moglie su Ducati. attratto dai nostri preparativi prende contatto con me e Tony, i meno anglofoni della comitiva. gesti, sorrisi, qualche reminescienza del liceo, una foto di rito e Carl si lancia in una compilation infinita di "fuck". il nostro viaggio è troppo bello, vorrebbe venire con noi, ma proprio non può. tituba, impreca, domanda, infine cede al proprio dovere e si allontana verso il Wisconsin con la moglie e 2 ruote. ci lascia con un consiglio: "mind your gas!", occhio alla broda quando siete nel Mojave.

nel frattempo Tony ritorna all'ovile con una scatola di gran turchese con le ruote: il nostro camper. manco la Mazzamauro in Fantozzi!

problema uno: manca il trailer, il traino per le moto. problema due: dove cazzo è Cristian?

Lorenzo è in panico, Marco cazzeggia con l'I-POD, io prendo il sole, unto di crema idratante come un'otaria. ci vuole un miracolo. e il miracolo arriva...

sarà che non amo farmi i cazzi miei, ma quei due tipi sul pick-up sono decisamente troppo curiosi per non attaccare discorso. due minchiate sulle moto, la solita domanda di rito sul nostro viaggio "are you kidding?" (stai scherzando?) ed un attimo dopo scopriamo che i tizi sono collezionisti di moto, sono stati a Jesolo un mese fa ed hanno un garage a meno di 30 miglia dal concessionario dove stiamo! il trailer? no problem, ci vendono il loro, per 1000 dollari. possiamo rivenderlo a metà prezzo una volta giunti a Los Angeles... Si parte!

30 miglia di interstate bianca come una striscia di coca, senza casco, con i tir che ti urlano nelle orecchie. il cuore fa a farmi compagnia all'intestino, a meno di un palmo dal buco del culo!

Rick ci spalanca la porta del suo garage, una specie di piccolo mondo a 2 e 4 tempi. Agusta, Ducati, Harley, sidecar, Porsche. è nata un'amicizia!

si festeggia con hotdogs e cheesburger con cetrioli interi grandi come avambracci. si brinda con una pepsi al gusto panna e fragola: ributtante!

questi americani... ospitali ed ingenui come bambini in un parco giochi troppo grande. ci regalano il trailer in cambio di una giacca "brutale", ci propongono una serata a Chicago, ci invitano a cena per il miglior BBQ dell'Illinois, ci propongono un tour in moto della città dei venti. ma Cristian è già qui, appena sbarcato dall'aereo, la strada chiama, le miglia da fare sono infinite, le moto sono calde e pronte a divorare asfalto fino a Springfield, il senso del dovere bussa... E quindi accettiamo senza ripensamenti. in culo alla Route 66, si torna a Chicago in moto!

non bastano le villette vittoriane, non bastano i giardini curati come acconciature, i grattacieli ed i semafori a spiegare la bellezza geometrica di questa città. Chicago è qualcosa di più. emerge dal lago Michigan grande e blu come il più cartonato dei mari tropicali e ti svuota la memory card della macchina fotografica senza sforzo, con la semplicità di pochi angoli, enormi e solidi che non riesci ad incorniciarli nemmeno con lo sguardo...

la galoppata termina al Matchbox, il bar più stretto del mondo. si beve cosmopolitan, si fumano cubani, si conoscono facce e voci che parlano di una città libera da pregiudizi e con tanta voglia di bere! è il vertice del nostro viaggio, fino ad oggi...

ci ritroviamo a casa dei nostri ospiti senza nemmeno accorgerci di aver guidati per altri 100 blocchi. ci aspetta un BBQ di pollo e verdure, un paio di amici di famiglia messicani e palermitani, un ottimo cabernet stappato per l'occasione. beviamo parecchio, siamo in vacanza, cazzo!

al volante della carcassa di latta che ci porta al nostro hotel a downtown c'è un Tony in forma smagliante e alcoolica. si fischia alle fighe dai finestrini, si scorreggia, si dicono minchiate, si parcheggia in sosta vietata. fanculo, siamo italiani, lo dice anche il tricolore annodato allo specchietto retrovisore.

ci sistemiamo all'hotel house of blues, una specie di mille e una notte con letto matrimoniale a sesto acuto che forse, stanotte, si aspettava una coppia etero, magari in viaggio di nozze.

una birra al locale sotto l'hotel, giusto il tempo di perdere Lorenzo tra le ciglia del mammuth biondo Tracy, poi a nanna.

Tony dorme in camper, in pieno centro. è la vera mascotte di questa fuga, la fuga dello zoo di 105.

a presto


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Christie_Road
view post Posted on 13/8/2006, 16:45




bell linda
 
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Super Linda
view post Posted on 14/8/2006, 12:51




14/08/06 a 09:11
Diario di borso By Fabio
ZOO 66 - GIORNO 2


avete mai sperimentato la paura? il timore di non farcela, di non essere all'altezza, di fallire l'obbiettivo che inseguite da tanto tempo? io l'ho provata oggi, scagliato a 75 mph su un bolide tutto italiano da 136 cavalli, proiettato al di sopra di una pianura di cemento larga come un fiume e affollata come un concerto. il mio secondo giorno da motociclista si apre con 100 miglia di galoppata in quasi solitudine, da Chicago al circuito Autobahn di Joliet, Illinois.

ci vuole coraggio, mi dico, mentre lotto con me stesso per non accostare e madare a fanculo tutta la baracca. gli altri sono già lontani. il cuore mi esplode in gola come un fico d'india. mi domando dove finisce il coraggio e dove inizia la pazzia. poi metto la quinta e riparto col mio passo, fino alla meta.

prima del terrore soltanto una colazione con latte al cioccolato, preparativi per la partenza, saluti e baci a chi resta a casa, macchine, moto e pick-up incolonnati in fila indiana come ad un matrimonio, i volti assonnati di Marco, Lorenzo, Cristian e Tony, che spunta dal finestrino del camper nascosto dalla sciarpa del Napoli, mentre appiccia ancora un'altra Camel.

è l'ennesimo regalo dei nostri angeli custodi, gli stessi che ieri si sono presi cura di noi per tutto il giorno come badanti da mettere in regola. Rick detto Fish, Carmel, Brad, gentile signora e cane tipo Tequila e Bonetti. Ma che idea... una bella gita fuori porta al circuito di cui sono soci e, forse, anche comproprietari.

siamo sulla pista intorno all'una, temperatura da camera ardente, tende, paddok, macchine e moto di ogni genere, forma e cilindrata. un tizio di Palermo gira in pista con una Maserati grigia...

basta un hamburger per riempire lo stomaco. il resto del corpo è già sazio: di adrenalina!

Fish e gli altri ci vestono da capo a piedi. una pacca sulla spalla, un paio di giri sulle loro Porsche GT3 preparate e poi tocca a noi, o meglio, a loro...

Marco e Lorenzo perlustrano la pista. piegano, impennano, consumano un po' di gomme e di asfalto. io e Tony documentiamo. all'ultimo giro Lorenzo va giù e lascia sul prato uno specchietto, la leva del freno e mezzo stivale sinistro! la Brutale numero uno torna ai box un po' più leggera dell'andata...

poco male. Brad stacca la leva dalla sua Brutale e ce la vende per 120 dollari. il viaggio non è compromesso. sembra una candid camera... lorenzo incassa gli insulti e rientra sul circuito. la moto, questa volta, è la mia... merda! vai piano, cazzo!

la pista consuma la giornata oltre che i battistrada. gli occhi e la pelle della faccia sono già rossi quando decidiamo che il nostro viaggio non può più aspettare. C'è la Route 66 là fuori e Los Angeles non è mai stata così lontana...

esci da Joliet e c'è solo l'Illinois. Illinois sucks, dicono da queste parti. ed è vero, cazzo. l'Illinois è una vera pippa a due mani.

se ne vanno 130 miglia senza che il paesaggio se ne accorga. una strada, una fila di pali della luce, una ferrovia che corre nella stessa direzione. intorno soltanto pannocchie, pannocchie, pannocchie e fili del telefono. ma soprattutto pannocchie! c'è odore di erba da tagliare, di insetti morti sul parabrezza e forse di funghi. ah... occasionalmente anche di merda di vacca. la conquista del west inizia con una riga dritta sulla mappa e per spezzarne l'inutilità facciamo foto alle pompe di benzina...

è il tramonto quando arriviamo a Normal Bloomington, passando per paesi così piccoli e onesti da sembrare il set della casa nella prateria. all'ultima gas station alzo bandiera bianca. Tony inforca la Brutale, io guido il catabarro. sulle note di 93.3 radio, solo grandi successi anni 60/70.

il Dixie Truckers è una bettola per camionisti con qualche pretesa di celebrità, lercia come un campo nomadi e con la cameriera più macchinosa della mia carriera da avventore. mangiamo carne e uova... ovvio! marco ordina qualcosa di incomprensibile, per forma, colore e odore. tra le ipotesi più gettonate c'è lo scroto di bufalo fritto.

è già notte quando aggrediamo la interstate 55 south, 52 miglia filate per arrivare a Springfield. ci concediamo pure il lusso di sbagliare strada fino a San Josè.

i letti del Best Western non sono mai sembrati così comodi.

e domani si va a Saint Louis...


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Edited by Super Linda - 14/8/2006, 18:25
 
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Super Linda
view post Posted on 16/8/2006, 11:10




16/08/06 a 08:55
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Route 66-Giorno 3 e 4

Ieri abbiamo dormito in un motel senza connessione internet...oggi vi riassumiamo 2 giorni di Route 66...circa 1.000 km!!

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5.000 km da Chicago a Los Angeles...il viaggio continua!!

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In viaggio...4 Mv Agusta Brutale e un camper chiamato "Catabarro"!!

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Ci siamo persi, ma ne valeva la pena...molto suggestiva!!

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Cimitero delle Ford Mustang "Mustang Corrall" a Edwarsville (IL)

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Cimitero delle Ford Mustang 2

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Sulla Route 66 verso St.Louis...che libidine!!

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La Skyline di St.Louis e un tempaccio in arrivo!

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St.Louis Gateway Arch (L'arco d'accaio più grande d'America)

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Periferia di St.Louis...Mazzoli e Lorenzo!!

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Mazzoli e Tony nudi in moto x il troppo caldo..orribili!!

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Lorenzo in posa Village People...molto Rmc!!

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Per paura che ce le rubassero, hanno dormito con noi! He he

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Mazzoli mutandato in Motel che aggiorna il blog!!

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Benzinaio storico 1932...la foto si commenta da sola!!

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Tony (operatore di Striscia la notizia) che piscia sul Missuri!!

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Per 2 giorni abbiamo viaggiato anche di notte...molto figooo!!

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Che gruppo di teste di cazzo!!

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Raggiunta una nuova tappa (Joplin) anche oggi 500 km!!

Scatta una bella birra fredda...meritatissima!!Domani mattina si riparte tappa:Tulsa in Oklahoma!!

A domani...sempre se troviamo una connessione!!

Diario di bordo by Fabio
Giorno 3

Giornata complessa e tortuosa la tappa 3 di questo viaggio. un dettaglio su tutti: Marco ha cagato in un sacchetto! ma andiamo con ordine...

il profumo dei mini-muffin la gusto fegato si mischia con quello della benzina. colazione, rifornimento, partenza. 110 miglia da ingoiare, prossima fermata Saint Louis.

obbiettivi paralleli: liberarsi dell'odioso catabarro affittato a Chicago e procurarsi un mezzo di locomozione, anche animale, che sostituisca questa abnorme scatola di cereali con le ruote che trasporta le nostre valige, il trailer delle moto e Tony.

la route corre parallela alla Intersate, come una sorella minore, come un elastico che si è staccato dalle bretelle. intorno a noi l'Illinois infuocato come sempre piatto, anonimo ed insapore. pausa acqua, pausa siga, pausa collegamento in radio con Vicky da Miami. Sui 90°Farenheit braccia e facce virano su sfumature color tostapane. sperimentiamo la guida a torso nudo con un effetto complessivo un po' Village People...

Ad Edwardsville ci imbuchiamo in una steakhouse piena di scritte al neon. ottima l'insalata, fresche le birre, ma la carne migliore sta addosso alla cameriera sui ventanni che ci serve con profusione di sorrisi, uno per ogni sconcezza che la tavolata le dedica, naturalmente in italiano...

il catabarro è ancora con noi: immanovrabile, imparcheggiabile, improbabile ammasso di latta e plastica ripieno di Tony e di borse! si riparte ruttando.

Una sosta al cimitero delle Mustang, una specie di sfasciacarrozze con un retrogusto di Hazzard, poi giù dritti fino a Saint Louis. l'Illinois è agli sgoccioli e le nostre moto cominciano ad imparare la nozione di curva. c'è spazio anche per un po' di malinconia quando la pianura si fa collina, il bosco sostituisce le pannocchie e la strada si riempie di buche delle lettere e non... mi viene in mente una parola semplice e complessa: libertà!

l'incontro con il Mississippi, il grande padre d'america, è intenso e veloce come un orgasmo. lo attraversiamo a 60 mph su un ponte di metallo e l'urlo di liberazione dura tutta la campata. lo Zoo in fuga fa il suo ingresso nello stato del Missouri, poi si ferma a pisciare e a fare benzina.

se non fosse per un omino di colore che ha in mente di scrivere un film, per le lungaggini della Catabarro Ltd che non vuole riprendersi il suo cassone semovente, per il propietario din un concessionario Chevrolet che ci propone di aprire un MV Agusta point a Saint Louis a nostre spese, forse Marco avrebbe il tempo di trovare un cesso sulla strada. invece rimaniamo bloccati per più di un'ora ai bordi della tangenziale della seconda metropoli del nostro lungo cammino e Marco decide di sperimentare la prima cagata take-away! ripone un sacchetto sulla tazza del cesso, espleta, richiude, esce e mostra al popolo il trofeo estratto dal suo intestino... disgustoso! nel frattempo Lorenzo al telefono gioca l'ultima carta per eliminare il catabarro: "signorina, cerchi di capire, uno di noi è morto, dobbiamo riportare la salma alla sua famiglia in italia, il vostro catabarro non ci serve più...". Ma i catabarrosi sono irremovibili. non resta che uscire dalla tangenziale e dare un'occhiata a Saint Louis...

Sarà la pioggia appena caduta, il cielo pesante come una parmigiana, la stanchezza, l'ansia di recuperare le ore perse sulla tabella di marcia ma, a parte i ponti enormi, i battelli a vapore diventati casinò e un arco di cemento alto un casino, Saint Louis ci passa addosso come una folata di vento. Cazzeggiamo per una mezzora dietro le quinte malandate del porto fluviale, quasi senza scendere dalla moto. cerchiamo la I-55 per mangiare ancora qualche miglio ad ovest prima del tramonto. ed è lì che ci imbattiamo nella fabbrica della Budweiser, migliaia di metri quadri di mattoni ricolmi di una cosa sola: BIRRA!!! riesci a sentirne il profumo ad un miglio di distanza, come se il Mississippi stesso avesse tra i suoi affluenti un torrente di birra fresca e schiumante. mi scuoto per non forzare i cancelli, la comitiva riparte verso Menphis, anzi... troppo verso Menphis!

sbagliamo autostrada per circa 15 miglia e torniamo sui nostri passi assediati da TIR grossi come voli di linea. fuori dalla città il Missouri ci regala un assaggio della sua specialità: il cielo, grande e colorato come una scatola di pastelli.

la notte ci sorprende in un punto imprecisato della Route. ripieghiamo sulla Interstate. il vento mi strappa il casco dalla testa. Lorenzo scambia il suo con il mio per non farmi fare la fine di Robespierre. è buio, fa freddino, la strada è scarnificata. 1,3,5, 10, 20 miglia... basta! ci rifugiamo nel grasso ridondante della cameriera di una Waffles House. siamo a Rolla, soltanto un puntino bianco sulla cartina...


Giorno 4

Buongiorno Missouri. altro cielo da record stamattina!

colazione americanissima in bar con eccesso di obesi, ciechi, guerci, storpi e mutilati. poi giù verso Sprinfield, un'altra Sprinfield. la tappa 4 si apre con un errore di percorso dopo sole 15 miglia, che tuttavia ci regala un giro fuori programma nell'incantevole parco delle aquile. lo sterrato ci scoraggia ed inquiniamo il nostro viaggio con qualche miglio di Interstate. poi la compagnia si separa. Marco, Lorenzo e Cristian sfrecciano in autostrada fino a Lebanon, capitale americane dei concessionari di auto, per completare l'annientamento telefonico del catabarro. Io e Tony sballonzoliamo senza fretta sulla Route 66.

c'è un po' di tensione nel gruppo, la prima dopo 5 giorni di vita insieme. le riprese sono troppo confusionarie, il tracciato è difficile da seguire, ogni tanto qualcuno si perde per strada: siamo troppo disorganizzati!

comunque ci pensa il Missouri a rilassare l'anima e il corpo, con le sue praterie sconfinate, il suo verde, il suo blu.

Marco cade da fermo come un babbo di minchia, niente di rotto: voleva togliersi il casco mentre frenava sulla destra mentre scalava senza frizione mentre chiedeva informazioni mentre puliva gli occhiali da sole e forse si accendeva una siga... troppo per lui!

alle porte di Springfield cediamo alla tentazione di una pizza americana. le porzioni sono generose, il risultato discutibile, fuori qualcuno ha acceso un microonde sugli USA: 95°F!!!

l'epopea del catabarro è all'apice. raggiungiamo l'areoporto di Springfield per affittare una jeep o un pick-up e pensionare definitivamente il merdoso tetrapak viaggiante. ma il destino ci è avverso. non troviamo nessun mezzo di trasporto dotato di gancio per trainare il trailer. in più il concessionario dove abbandonare il catabarro non si trova... è deciso: anche se ha le gomme liscie, beve come un dromedario, non funziona la corrente, il frigo, e sopra le 60 mph perde i pezzi come lo Shuttle, il catabarro rimarrà con noi fino al Pacifico! il catabarro è il talismano, il catabarro ha un'anima, il catabarro vive, rulez! dopo Herbie il maggiolino tutto matto viaggeremo con Franco, il catabarro mezzo stronzo! e via verso Carthage...

Cielo, vacche, stagni, praterie... e in mezzo una riga di cemento. altre 100 miglia di Missouri sono rimaste sotto i pneumatici. Aspettiamo il buio per mettere le tende a Joplin, confine con l'Oklahoma.

se Cristian fosse un discreto fotografo la cena alla Cheddar's Steak House non sarebbe stata una delle più divertenti della nostra vita! forse sulla sua Olympus digitale c'è una funzione "cesso" che modifica i tratti somatici aggiungendogli o sottraendogli particolari a casaccio tipo denti, capelli, anni ma... vi assicuro che tra i suoi scatti siamo riusciti a reperire alcune delle espressioni più improbabili della fisionomia umana! una galleria di ritratti dei sottoscritti così raccapriccianti che alla fine della cena siamo tutti sotto il tavolo a tenerci la pancia dal ridere!

adesso a nanna.

domani si va ad Oklahoma City. solo strade catabarrabili, naturalmente...


 
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Christie_Road
view post Posted on 16/8/2006, 11:35




ahah
 
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Super Linda
view post Posted on 17/8/2006, 14:41




17/08/06 a 04:28

Route 66 - GIORNO 5

Mazzoli racconta della sua cagata in un sacchetto, mentre scatta una cena grassissima al "Waffle house" una catena di fast food per persone grasse!!
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Super Linda
view post Posted on 18/8/2006, 12:51




17/08/06 a 17:52
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Route 66 - GIORNO 5 bis

L'avventura continua e oggi ne sono successe di ogni:

Fabio appena alzato sdraia la sua Brutale rompendo freccia, leva del freno e graffia lo specchietto, verso le 15.00 Christian con la moto di Fabio tenta un Burnout sulla ghiaia e cade a terra come un Pirla rompendo l'altra freccia...iniziano le prime discussioni!!

Il massimo è quando riusciamo a raggiungere la capitale dell'Oklahoma "Tulse" dove incontriamo un certo "Frankie" che ci invita a cena...da quel momento succede di tutto, ma il resto ve lo raccontiamo più tardi nel diario di bordo!!


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Partenze da Joplin Missuri verso "Tulsa" Oklahoma...le "Brutale" sempre in forma!!

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Città fantasma al confine tra il Kansas e l'Oklahoma!!

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Ecco "Frankie" l'uomo più gentile e insulso del mondo!!

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Fabio e Lorenzo al ristorante di "Tulsa"

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Ecco Tony e il "Catabarro" il camper più brutto del secolo!!

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Un nuovo giorno è appena iniziato e la Route 66 ci attende...abbiamo ancora 2.700 km che ci aspettano!!

A dopo!!

Diario di bordo by Fabio:

pensavo di aver provato tutto nella mia vita! se non vissuto, visto. se non visto, almeno, sentito raccontare. ma la giornata di oggi ha una percentuale di assurdità così alta da resettare il counter delle mie esperienze passate. poco alla volta...

usciamo dal Motel, identico ad altri 5 prima di lui, verso le nove e venti e, guarda un po', fa caldo... troppo caldo, secco e diffuso come nell'intestino di Satana, giù all'inferno! inforco la moto, ingrano la prima, scendo dal marciapiede e TRACK! frano al suolo senza motivo! la freccia destra si polverizza come un cubo di Grana Padano nel Gratì! Addio... armato di pazienza bizantina Marco ricompone il mosaico del mio indicatore di direzione con una supercolla americana attaccatuttoilcazzochetipareinunattimo. il risultato è quasi perfetto!

prima di riavviare la carovana verso il vecchio West svaligiamo un mall di tutto il superfluo di cui abbiamo assolutamente bisogno. l'interno del supermercato è la fiera dell'inutensile! prendiamo: acqua, coca light, giochi per la PSP, nastro adesivo, batterie, unguenti contro l'ingiallimento delle unghie dei piedi da fungo. la mia testa si ricopre di punti interrogativi come un'acconciatura punk: perchè ci sono in vendita 12 tipi di pepsi e nemmeno una birra? perchè ci sono 112 differenti gusti di cereali per la colazione e non c'è l'acqua gasata? perchè ci sono ben 2 scaffali di pomate per far sparire le cicatrici e nemmeno un quaderno a quadretti?

guariamo dalla febbre da shopping che è già mezzogiorno. intorno a noi c'è profumo di carne alla brace: la nostra! aggrediamo la 66 Missouri direzione Tulsa, Oklahoma. l'asfalto serpeggia tra praterie così piatte che ci puoi servire in tavola. gli scudi della 66 macchiano di bianco i segni scuri delle gomme sulla strada. li fotografo, riparto a manetta, sento qualcosa che mi striscia sul collo come un boa. mi volto e vedo la mia bambina, la mia macchina fotografica rimbalzare sul cemento come Chobin ed esplodere le proprie viscere meccaniche fra i cespugli a bordo carreggiata. barrisco un urlo di dolore tipo Rocky Balboa quando Ivan Drago colpisce a morte Apollo Creed. "qualsiasi cosa succeda... non gettare la spugna!". inchiodo, salto giù dalla sella come Zorro e corro, corro, corro verso il luogo del delitto lanciando casco e occhiali dietro le spalle. mi inginocchio e sento qualcosa che mi trafigge lo stomaco. è il dolore, mi dico. brucia. brucia ancora, brucia una cifra! non è il dolore, è la fibbia della cintura che mi ustiona l'ombelico. frugo tra i cespugli e raccolgo tutti i pezzi della mia giovane creatura ferita. Christian prova a consolarmi. non riesco a dire una parola. scuoto la testa e basta. raggiungiamo gli altri nella cittadina fantasma di Galena, Kansas. qualcosa di rosso e blu lampeggia sulle loro facce: sbirri!

il villaggio di Miami, Oklahoma, non ha nienta a che fare con il più noto ficaio omonimo della Florida. due file di case intorno alla Route, qualche benzinaio, negozi di ricambi per auto. 110 gradi Farenheit, 180 miglia ancora da percorrere, Lorenzo scalpita nel parcheggio impennando con le sopracciglia, Tony fuma, Marco... Marco lava la moto ad un carwash automatico! peggio per lui. si è guadagnato il soprannome di Maria Antonietta!

poco più avanti, mezzo miglio di sterrato e buche ci convince che abbiamo sbagliato strada. Christian guida la mia moto. ingrana, inverte la rotta, prova un burnout, scivola sul ghiaino e TRACK! freccia sinistra a puttane! la mia MV è di nuovo simmetrica. due sgummuri su due! negli occhi di Christian si legge la parola "colla!" proprio dietro la scritta "mi sento un coglione!".

rosoliamo per un'altra ora sulla Route dopodichè decidiamo di inquinarci lo stomaco con un fast food messicano in frenchising con tanto di cactus di plastica ripieno di chewingum! mentre fotografo Tony con il suo nuovo cappello di paglia della birra Miller mi cascano gli occhiali da sole e TRACK! la lente destra si sbriciola come un cracker in uno shaker! non è decisamente la mia giornata...

ipnotizzati dal caldo e dalla strada dritta come il solco tra le due chiappe, Tulsa ci appare come un miraggio, un'illusione che presto svanisce quando attracchiamo le moto ad un marciapiede di downtown e ci sentiamo gli unici esseri viventi nel giro di un acro. la città c'è, ci sono i grattacieli, gli idranti e le auto parcheggiate. ma gli americani... dove cazzo sono??? prendiamo una stanza in pieno centro, attratti dalla prospettiva della prima serata fuori dal letto del nostro viaggio. ma poi arriva Frankie...

FRANKIE

dunque. Frankie arriva a bordo di un custom Yamaha color ortensia. rallenta, si ferma, estrae dal casco bianco con pinna di pescecane arancione sulla sommità una faccia ed un corpo da tricheco sudato ed una capocciata di capelli che è la fotocopia esatta dei peli del torace. dopo le solite domande di rito (che moto sono? da dove venite? dove andate?), io e Lorenzo commettiamo l'imperdonabile errore di domandare a Frenkie se può consigliarci un posto dove passare la serata, in sintesi: fica e birra, dove? una domanda tutto sommato banale che tuttavia innesca una reazione a catena lunga 5, indescrivibili, ore!

Frankie si presenta in hotel alle 9:20, con dieci minuti di anticipo. non si ferma nella hall. no! sale al sesto piano e bussa alla stanza di Lorenzo con un sorriso da pubblicità del Dixan. Lorenzo in mutande gli dice di aspettare. e Frankie aspetta. dopo un quarto d'ora Frankie è sempre lì, fuori dalla porta, immobile come un piantone, con lo stesso sorriso ebete, fasciato da una camicia nera aperta fino allo scroto per mettere in mostra una collana d'ora con crocifisso che potrebbe trainare una petroliera nel Pacifico. partiamo..

quattro moto più Frankie sulla sua che guida la carovana tra le vie deserte di Tulsa. Impressioni: Lorenzo, rigido come un cordonbleu surgelato, teme che Frankie voglia portarci a perdere per poi farci le moto con qualche compare. Marco lo imbarca a parlare del più e del meno. gli altri sghignazzano. finiamo a cena in una specie di pub la cui insegna recita più o meno "bisteccone e birra ghiacciata". tre bovini cinquantenni ci offrono un giro di bevute, salutando con la manina dall'altra parte del locale. accettiamo le birre, le guardiamo da vicino e decidiamo che non siamo ancora ridotti così male da accoppiarci con della carne in scatola medievale. foto, saluti e baci, ognuno per la sua strada, madames... ma Frankie non ha ancora cominciato la sua escalation...

ci guida fino al "fishbornez", una specie di pub di periferia popolato principamente da lesbiche, nani, tettone, obesi, giocatori di biliaro, un vecchio alcolizzato che imita Woody Woodpecker, indiani d'america, tutti rigorosamente dotati di Chopper. Frankie si sta scaldando. ci presenta a tutti come i buoni vecchi amici dell'italia, racconta all'intero avanzo di umanità del tugurio la nostra avventura on the road, il nostro albergo, il numero di camera, ci svuota addosso 300 foto digitali, si impadronisce della nostra videocamera ed improvvisa un unico piano sequenza di 40 minuti dirigendoci come comparse. Frankie è acceso. Lorenzo continua a temere l'inghippo e non accetta la sfida di un tizio coi capelli di Roby Baggio che sostiene di impennare a 150 mph... Frankie fa saltellare i suoi 110 chili di adipe statunitense continuando a fotografarci con un flash che eclisserebbe la stella polare.

finite le birre Frankie si offre di riaccompagnarci in hotel, ma lungo la strada del ritorno estrae dal cilindro una deviazione a sorpresa, attraversa il fiume Arkansas e inchioda su una strada secondaria. senza preavviso consuma mezzo palmo di gomma posteriore sull'asfalto e parte come un proiettile verso l'oscurità... inopinatamente lo seguiamo, senza intuire che ci sta portando a casa sua! da quel momento in avanti Frankie inizia uno show personale di cui saremo spettatori increduli per più di due ore.

ci mostra il suo garage pieno di gomme accatastate, moto e pezzi di moto, giocattoli, una statuina del maestro Yoda che gracchia "usa la forza, Luke", attrezzi e foto di giornale che non ci dicono assolutamente niente. lui esulta e si dimena, forse sta mimando uno stuntman che cade dalla moto. Poi, progressivamente, perde l'uso della parola e comincia ad esprimersi a gesti e grugniti, nonostante almeno due di noi capiscano perfettamente l'inglese. la casa è vuota ma Frankie vuole che si parli sottovoce. ci sentiamo dei coglioni, ma bisbigliamo. ci porta in camera da letto e ci costringe a fare una mezza dozzina di foto di gruppo sotto la testa mozzata di un caribù appesa alla parete. le corna del cadavere mammifero impagliato lo divertono molto. ci trascina in salotto, ci mette in mano 5 modellini di chopper e ci chiede di mimare delle pose da wrestler per fotografarci ancora. ci fa vedere come si fa: gonfia la schiena, digrigna i denti e emette un verso da cinghiale... dieci volte almeno! suda, ansima... sembra Pacciani!

improvvisamente si fionda al piano di sopra. Lorenzo è pronto a tutto, alza la guardia e prepara la ginocchiata allo stomaco. io mi aspetto di vederlo uscire dalla stanza con una maschera da hockey ed una motosega accesa per farci a pezzi. Tony cerca oggetti contundenti.

invece Frankie si ripresenta con una pila di camicie della sua officina, ce ne regala un paio a testa poi si siede sul letto, estrae un modellino di auto di quelli che fanno rumore di motore a batteria, e comincia a mimare una scena di fuga in auto. la cosa lo impegna fino all'asma e lo diverte oltre il limite della credibilità. applaudiamo con scarsa convinzione, fissandoci negli occhi sempre più increduli. ricapitoliamo: sono le due e mezza del mattino, siamo in balia di un perfetto sconosciuto di 35 anni che ci ha portato a casa sua per fotografarci con i suoi giocattoli in mano e regalarci il suo bucato borbottando e sudando!

ma quando sembra che l'assurdità abbia raggiunto l'apice Frankie gratta e vince l'ultima sorpresa della serata, la più terrificante. inforca la moto, ci chiede di disporci a coppie sulle nostre e di fargli segni con le dita tipo "peace" o "roger" mentre lui ci fotografa lanciato a 70 mph sulla highway! riassunt: una palla di lardo con una pinna di pescecane sul cranio, seduto su un frullatore con le ruote flasha quattro ignoti stranieri che fanno gesti inconsulti con le falangi in piena notte su una strada a scorrimento veloce! dieci miglia di incubo con Frankie che imbocca uscite della tangenziale a casaccio e ci mette in posa rischiando di schiantarsi ad ogni curva. quando finisce le batterie della digitale, finalmente, Frankie ci riaccompagna in albergo, sgommando ad ogni stop per richiamare la nostra attenzione come su un evento di portata cosmica... siamo pietrificati da lui e da noi che continuiamo ad assecondarlo senza motivo.

Frankie ci saluta quasi commosso e confida a Marco che è stata la notte più bella della sua vita. "destino" è la parola esatta. siamo così attoniti che non riusciamo nemmeno più a ridere. un nero strafatto di crack che mangia pollo su un marciapiede alle tre del mattino, a questo punto, ci sembra perfettamente normale.

buonanotte Tulsa





Edited by Super Linda - 18/8/2006, 14:38
 
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Super Linda
view post Posted on 18/8/2006, 13:35




18/08/06 a 07:45
Route 66-Giorno 6

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Questo viaggio ha realizzato il sogno di 5 furiosi Italiani che da anni si erano ripromessi di prendere delle belle moto e attraversare gli Stati Uniti...spesso ci affianchiamo in moto e con dei bei sorrisi a 105 denti ci ricordiamo che il sogno si è avverato!! 5 Italiani, 4 moto Italiane (Mv Agusta Brutale 910), una bandiera Italiana e un camper scassato (catabarro).
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Ore 8.45 Tony è il primo a svegliarsi e ci aspetta sul mitico "Catabarro"!!

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Ore 9.00 il gruppo si prepare a partire..."Frankie" non ci molla siamo ancora a "Tulsa" in ritardo sulla tabella di marcia

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Fare i coglioni è il nostro forte...lorenzo simula superman!

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Micro pausa per ripigliarsi dal culo rotto e dal caldo!!

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Lorenzo durante una tappa della Historic Route 66

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Fabio ustionato dal sole...

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In mezzo al nulla con + di 45 gradi...il gruppo si spoglia!! Auz

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Dopo 500 km col culo rotto e con un caldo allucinante scatta un tuffo!!

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Abbiamo fatto una tirata di circa 250 miglia (quasi 500 km)...attraversando tutto l'Oklahoma passando per piccoli paesini di cowboy...questo è un Motel bed&Breakfast originale del 1889.

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Sosta notturna in un motel a Clinton e mega patita a stecca..Mazzoli e Lorenzo perdono!!

Buonanotte dallo Zoo in fuga.


Diario di bordi by Fabio:


il risveglio dall'effetto Frankie è lento e sonnacchioso. Maria Antonietta si unguenta, di phona, di camicia, si infighettisce. io striscio fuori dal materasso come un'iguana delle Galapagos. tra colazione, cazzi e mazzi siamo on the road intorno alle undici. il sole è più o meno un pugno in faccia da Tyson... incazzato!

ripieghiamo sulla interstate per liberarci alla svelta dell'obitorio Tulsa. spariamo a 70/75 fino a Stroud. Tony scende dal catabarro visibilmente affranto. la bandiera dell'italia legata allo specchietto è volata via dieci miglia fa. il simbolo, il cimelio, il vessillo che garriva spargendo orgoglio italiano per le praterie degli yankee non c'è più, trasportato dal vento come un tappeto volante su qualche pascolo rosicchiato da ruminanti che presto diventeranno main courses. Tony è inconsolabile. quel tricolore lo aveva comprato nell'82. quella bandiera sfilacciata e un po' stinta aveva sventolato sul tetto del mondo per due mondiali! PoPoPoPoPpoPoPo... la salutiamo così...

altre 50 miglia a torso nudo nel culo dell'Oklahoma, poi Lorenzo addocchia un bed & breakfast in puro stile western CE. interno in legno con marchi della mirra al neon, pareti esterne ricoperte interamente di targhe d'auto vecchie e nuove. ci saturiamo di pollo e fagioli, passeggiamo per la finta città di frontiera ricostruita con gusto molto kitsch, poi spalachiamo altre 50 miglia fino ad Oklahoma City.

siamo dentro un barbeque, non c'è altra spiegazione. fa troppo caldo per immergesi nella terza metropoli più estesa degli USA. le moto sono in affanno, siamo al limite della fusione. Tony è ancora giù di morale. prendo il suo cappello di paglia e le chiavi del catabarro. Guiderò io la caccavella a noleggio fino alla meta. Tony scodinzola sulla mia moto.

accenniamo perfino una sosta priva di qualsiasi interesse ad un micromuseo dell'areonatica, chiuso! poi riportiamo le chiappe sudate sulla I-40, direzione Amarillo, Texas.

all'uscita 71 c'è la città di Clinton. il nome ci suggerisce una teoria di segretarie in tailleur gonna sotto la scrivania con la bocca aperta ed un sigaro in mano. è sufficiente per fermarci e prendere una stanza al Days Inn, da dove vi scrivo, fondamentalmente perchè c'è la piscina.

consumiamo la cena in Motel senza grossi slanci. siamo a pezzi. un vecchio baffone ubriaco si siede al nostro tavolo e cerca un modo qualsiasi per farsi picchiare da Tony. il resto della clientela e costituito da un frigorifero con pizzetto e berretto. il suo amico, due ragazze locali che, se non fossimo tutti in astinenza da almeno una settimana, ci sembrerebbero appena umane.

chiudiamo la parentesi giocando a biliardo e bevendo heineken.

domani arriva il Texas, terra di tori e checche e noi... l'aria dei tori... non ce l'abbiamo neanche un po', quindi il cerchio si restringe...

drive safe!


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Super Linda
view post Posted on 19/8/2006, 12:48




19/08/06 a 08:34

Route 66 - GIORNO 7

Oggi abbiamo fatto una tappa molto più breve delle altre: 180 miglia (circa 390 km).Abbiamo fatto diverse soste:

Museo nazionale della Route 66 (Elk city-Oklahoma), città fantasma e la Croce più grand del mondo(un villaggio interamente dedicato alla Via Crucis).



Verso le 19.00 (ore locale) abbiamo raggiunto il confine con il Texas..ora siamo ad "Amarillo" in un motel veramente orribile, ma siamo tutti con il sorriso...grande giornata e adesso scatta un bel giro in paese.



Notte Texas



Ecco un breve video della giornata di oggi.


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Super Linda
view post Posted on 19/8/2006, 13:15




19/08/06 a 10:21
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Route 66-Giorno 7 bis

Giornata spettacolare...pochi km rispetto alle precedenti tappe, ma molte più cose da vedere!!Dopo una settimana di convivenza, qualcuno si è già trovato uno pseudonimo: Lorenzo è diventato "Ansia man", per lui ogni sosta è letale e vorrebbe lasciare la Route 66 per farsi una sparata fino a Los Angeles...che rompi cazzo!!

Mazzoli è stato ribattezato "Maria Antonietta", perchè lucida sempre le moto di tutti, lava, stira e passa 12 ore in bagno a lavarsi i capelli...frocio!!

Fabio, Christian e Tony per il momento mantengono i loro nomi, ma basterà un solo gesto sbagliato per ritrovarsi un bel soprannome.

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Partenza ore 10.00, colazione e tagliando alla moto di Christian che aveva una freccia un pò molle(come l'uccello di Leone).

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Prima tappa: Museo nazionale della route 66 a Elk city (Oklahoma).Il vecchio centro storico di Elk city completamente restaurato con una serie di cose carine da vedere: mezzi di trasporto degli anni 20, vecchie banche, uffici, negozi, parrucchieri, pompe di benzina, ecc.
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Sicuramente "Museo" è una parola un pelo grossa per quello che abbiamo visitato, ma decisamente ben tenuto e restaurato. Gli Americani tendono ad ingrandire sempre tutti...forse hanno qualche complesso??? Mah!!

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Lorenzo in uno dei mille relitti che si trovano sulla Route 66 (Distributre della fine degli anni '60)

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Un vecchio Motel nella città fantasma!! Molti paesi che s'incontrano sulla Route sono disabitati a causa della realizzazione dell'autostrada che ha frenato gli affari sulla vecchia strada.

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Mazzoli in pausa mela sul "Catabarro"

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Inizia il deserto e il bambino Lorenzo si spara un pò di "Burnout"!!

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La croce più alta del mondo si trova a "Groom" in Oklahoma...in un piccolo villaggio interamente dedicato a Gesù e alla Via Crucis.

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In Oklahoma come in parecchi altri stati si viaggia senza casco, non è molto sicuro, ma sulla Route 66 passa una macchina ogni 20 minuti e la velocità è bassissima...e poi fa un caldo allucinante: 45 gradi.

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Pausa pranzo in un localaccio dove ci siamo uccisi di cose fritte e grasse!!

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Libertà...è questo che proviamo tutto il giorno!!

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Pausa sigaretta, patatine e Aria condizionata del "Catabarro"

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Arrivati in Texas...scatta seratona e poi nanna, perchè "Ansia man" vuole fare una tappa lunga domani.

Diario di bordo by Fabio:

il viaggio, la strada, la tappa, la meta, l'angolo che non conoscevi. l'odore che non sapevi, il sapore lontano dall'ovvio, il colore che non pensavi, facce, paesaggi, cornici ed immagini che non riconduci. questo vorrei vivere d'ora in poi.

uno zingaro, con una macchina fotografica e qualcosa sotto il culo che si muova più in fretta di me, possibilmente in linea retta. spostarsi, conoscere, scoprire, documentare, capire, comprendere. rispondere ad interrogativi come: perchè a colazione ho ordinato un milkshake al gusto banana burro di arachidi e nausea che mi ha stomacato per tutta la mattina?

in sella. come sempre tardi, come sempre al caldo, come sempre astratti e disorganizzati. L'Oklahoma ci saluta con una sorpresa, spuntata chissà come dalle vie della piccola cittadina di Elk City, uguale a cento, mille altre piccole cittadine del Mid West: il museo della Route 66. un villaggio posticcio che sa un po' di Legoland, con ambientazioni rigorosamente anni '20, file di pompe e pale mosse dal vento, un capannone stipato di macchine agricole d'epoca e bacheche con ben 150 differenti tipi di filo spinato! ne servono davvero così tanti per recintare uomini e bestie?

il clou della visita è senza dubbio il piccolo shop di souvenirs sul quale ci avventiamo come lanzichenecchi in preda ad uno smisurato appetito di 66. usciamo gongolando come befane, con la nostra bustina rosa colma di piccoli oggetti inutili per amici, parenti, fidanzate presenti, passate e future...

L'Oklahoma finisce alla scritta Texas State Limit, così come era iniziato: un rettilineo circondato da pascoli.

passiamo un'ora abbondante sulla carreggiata nord della 66 a fotografarci, filmarci, arrostirci e dissetarci senza che passi nemmeno una macchina in nessuna delle due direzioni. Lorenzo cede ad un impulso circense: impenna, inchioda, sgomma, lancia la moto a 155 mph, andata e ritorno in contromano. ci saziamo gli occhi di noi stessi in formato digitale...

se l'Oklahoma sembrava piatto e futile il Texas è decisamente peggio. ma chi crede che nel Missouri ci sia un cielo immenso vuol dire che ancora non ha visto il Texas.

lo stato più bieco e conservatore d'america si apre col cemento spaccato dalle crepe e dall'erba. la vegetazione si dirada e si abbassa. la terra profuma di carbone dolce, il vento da sud porta odore di tè, con un piglio talmente deciso che si fatica ad andare dritti. il catabarro non gira... stramba! il mondo intorno è così orizzontale che con un buon binocolo puoi vedere Tokio. ma lo spettro dei colori si apre a ventaglio dal giallo al blu, passando per tutte le fermate intermedie, senza interruzioni. il Texas ci sa fare con le sfumature. ti caga delle tinte pastello che nemmeno Van Gogh! e poi è la terra del mio attuale scrittore preferito, Joe R. Landsdale. ora che sono qui rimpiango di non essermi portato dietro nemmeno un suo libro...

pausa pranzo nei pressi di Mc Lean, in una steak house Red qualcosa con cameriera dal culo a forma di microonde e padrona di casa con capello cotonato tipo coda di procione. la nostra monoalimentazione prevede cadavere di vacca cotto medium, insalata con condimento "italian", tè freddo taglia barile. ci informano che siamo in una dry country. niente birra per i centauri oggi. che si fottano! il frigo del catabarro straripa di Bud!

ancora in sella. Christian perde gli occhiali, Marco si tosta l'epidermide in costume da bagno, scarpe da ginnastica e calzettine da tennista. io e Tony ci leghiamo al collo un fazzoletto come i veri cowboys: c'erano dentro le posate del ristorante, incularglielo era il minimo...

il viaggio si fa in 5, ma la strada, quella, la affronti da solo. che sia il vento nelle orecchie o le cuffie del I-POD, che sia impennando su una ruota o dentro un fustino con le ruote, lanciato a 65 mph su una garza di cemento ritrovi il tempo del dialogo con te stesso, il tempo di ascoltarti, di riflettere, di guardare avanti e indietro nel tunnel della tua vita. per questo becchi un sacco di buche e di insetti in pieno volto!

la cittadina di Groom è vivace come un piatto di crauti, freddo. tuttavia possiede due imperdibili attrazioni segnalatissime: una cisterna pendente tipo torre di Pisa, ma con meno giapponesi; la croce pià alta dell'emisfero boreale, 60 metri di metallo avvitato a mano come uno scaffale dell'Ikea. intorno ad essa tutte le 12 stazioni della via crucis a grandezza naturale che invita alla foto blasfema. non può mancare il monticello con Cristo in mezzo ai ladroni ed il negozio di souvenirs con le foto di Gesù e Paul Newman che brindano in smoking al ristorante. evviva il Cristianesimo Wow!

non sono tanto le 40 miglia di Interstate fino ad Amarillo, i 95°F e i tir che ti sorpassano ad 88 mph all'ora prima di tornare indietro nel tempo come Mc Fly. è che proprio la pioggia, in moto dico, non la sopporto. ed invece è lì, appesa fra noi ed il cielo come le palle di vetro che le volti e scende la neve, e da un momento potrebbe rovesciarsi sul Texas come un gavettone in spiaggia. spruzza, minaccia, nebulizza, gocciola, fiocca, snocciola, schizzicheia, casca prima a spilli poi ad acini, infine scrocia come il torrente della Levissima, proprio un attimo dopo che ci siamo rintanati sotto la tettoia della topaia ripugnante ad uso Motel da cui vi scrivo.

cercare di scopare rimane un imperativo categorico. 5 uomini contenuti nella stessa vacanza questa cosa la sanno, non gli sfugge mai di mente. se non fosse che ci dilunghiamo un tantino nel confezionamento del video qui sotto, Amarillo potrebbe anche regalarci l'occasione giusta per evitare, domani notte, di prenderci una singola a testa e di rinnamorarci della nostra mano... invece arriviamo a downtown che non si mangia più, cucine chiuse. il Blueberry Pub ci offre solo una Corona a prezzo onesto e un panorama di esseri umani che sembrano clonati da un unico modello bipede, metà australopiteco, metà sequoia. i texani, e le texane, sono esattamente ciò che producono e mangiano: bovini, con qualche rara eccezione... uomini tozzi come tori, donne cubiche come filetti al pepe verde coi capelli. ma non ce l'hanno un po' di amor proprio? si renderanno conto di essere veramente ciccioni e ributtanti?

giriamo un po' a vuoto, tanto per non lasciare che le piaghe sul culo si rimarginino del tutto. poi ci rifugiamo in una specie di autogrill che sembra la casa di marzapane di Hansel e Gretel: porcate a nastro per tutti i gusti e tutte le tasche.

domani sveglia alle 8 e colazione in camera per risparmiare tempo e denaro. si va a Santa Rosa, un punto a caso sulla mappa sufficientemente lontano da qui.

a risentirci...



 
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Super Linda
view post Posted on 21/8/2006, 08:40




20/08/06 a 19:48
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Route 66-Giorno 8 aggiornamento

Vi scivo da un motel a Moriarty in New Mexico, sono riuscito a trovare un pc di merda con connessione modem, quindi non riusciamo ad aggiungere foto e aggiornare il diario di bordo, ma vi posso solo dire che ieri siamo passati da 45 gradi a 14 gradi sotto una temporale allucinante.

Appena trovo una connessione decente aggiorno il blog...

A presto...dallo Zoo in fuga!!


 
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30 replies since 12/8/2006, 15:19   16296 views
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